Ricerche in corso/2



Invecchiare a Torino:
contesti multiculturali, prospettive interdisciplinari




Presentazione
Il tema dell’invecchiamento ha oggi una risonanza sociale e culturale molto rilevante. Si prevede che nel 2008 il 21% della popolazione mondiale sarà composto di persone oltre i sessant’anni. Non a caso esiste ormai una vasta letteratura internazionale sul tema, sia scientifica sia narrativa, in tutti i campi disciplinari. Tuttavia sono ancora poche – soprattutto in Italia - le interpretazioni che combinino, come ci proponiamo di fare, un approccio qualitativo interdisciplinare con la ricerca sul campo, da un lato, e l’attenzione per l’individualità con l’interesse per la dimensione collettiva, dall’altro.
Dal punto di vista storico, il riconoscimento dell’età come categoria rilevante è abbastanza recente, in quanto può essere datato dalle ricerche innovative della scuola delle “Annales” sull’infanzia; si è sviluppato soprattutto nel campo della storia dei giovani. Ma ancor più recente è l’inclusione degli “anziani” tra i soggetti collettivi capaci di essere attori nella storia. Nella seconda metà del secolo ventesimo si sono verificati enormi cambiamenti nei modi di considerare e vivere l’invecchiamento. I gerontologi ci dicono che i settantenni di oggi sono in grado di adottare comportamenti e atteggiamenti che pochi decenni fa erano propri dei sessantenni. Ciò corrisponde a un generale cambiamento nel ciclo di vita e nei confini tra le sue fasi (infanzia, fanciullezza, giovinezza, età adulta o maturità, vecchiaia, decrepitezza), la cui definizione varia a seconda dei periodi storici. In concomitanza con i mutamenti nella condizione e visione sociale della vecchiaia, è cambiata radicalmente anche la percezione di se stessi da parte di anziane e anziani
La provincia torinese si presta a fornire una varietà di condizioni che permettono di documentare una gamma ampia di tali modi e processi: agglomerati urbani di diverse dimensioni, campagne e villaggi; soggetti provenienti da culture locali o da altre regioni italiane o da continenti diversi. E’ importante rilevare a questo proposito le caratteristiche di laboratorio che Torino possiede rispetto ad altre città italiane a causa della stratificazione di immigrazioni, soprattutto dal sud dell’Italia e dal sud del mondo.
Le nuove tecnologie informatiche e telematiche infine rendono accessibili e fruibili numerosi contenuti e servizi on-line che sono per il giovane comodità ma per l’anziano spesso necessità. L’offerta è veicolata purtroppo con strumenti poco recepiti e recepibili dalla popolazione anziana che ne potrebbe trarre il massimo giovamento.



Obiettivi e definizione dei risultati attesi
Documentare i diversi modi di pensare e di vivere l’invecchiamento in Piemonte, considerando situazioni differenti e soggetti diversi.
Analizzare in prospettiva multidisciplinare questi processi e le loro trasformazioni negli ultimi trent’anni.
Analizzare i dati ottenuti al fine di evidenziare le criticità culturali, psicologiche e comportamentali nell’approccio con le moderne tecnologie informatiche e telematiche
Individuare su un campione selezionato ma significativo di popolazione oltre i 70 le possibili implementazioni tecniche atte a supplire i deficit fisici tipici dell’età avanzata e ad infrangere le barriere psico-sociali individuate nello studio.
Divulgare i risultati della ricerca attraverso diversi dispositivi (seminari, conferenze, pubblicazioni) in tutti i contesti coinvolti nella tematica (scuola, università, operatori culturali, sociali e sanitari).
Il progetto si propone una ricerca sui modi di percepire l’invecchiamento in Piemonte da parte di persone che vivono in vari contesti sociali e territoriali, e si richiamano a tradizioni culturali diverse.
Tale progetto si pone all’incrocio tra vari approcci disciplinari: quello storico, volto a situare il fenomeno dell’invecchiamento nel contesto della nostra epoca; quello antropologico, inteso a comprendere le differenze culturali e le possibilità di comunicazione tra le culture; quello medico, grazie al contributo della gerontologia. Tutti gli approcci si avvalgono inoltre di riferimenti alla psicologia, al fine di capire gli aspetti empirici della soggettività nei processi di invecchiamento.
Alcuni dei temi intorno a cui si articolerà la ricerca saranno i seguenti:
- il corpo
- la morte
- il piacere
- la malattia
- l’amicizia e l’amore
- la famiglia
- la socialità
- la solitudine
- la percezione del tempo.
Proprio lo studio delle trasformazioni soggettive sarà uno degli assi principali della ricerca. Questa si svilupperà in due direzioni: 1) l’uso della storia orale per l’indagine e l’interpretazione di testimonianze da raccogliere; 2) il confronto tra queste e altre testimonianze raccolte nel corso degli ultimi decenni in vari progetti torinesi e in alcuni progetti di ricerca sull’invecchiamento condotti all’estero
L’approccio antropologico affianca alla raccolta di testimonianze l’osservazione e la partecipazione alle situazioni di vita degli anziani, nel tentativo di cogliere le caratteristiche dei processi contemporanei. In questo modo si esplorano i contesti e le reti di relazioni in cui le concezioni dell’invecchiamento e i comportamenti della vecchiaia si definiscono e si trasformano. L’intento è di mettere a fuoco in questo modo la dimensione interculturale della società in Piemonte, che si è prodotta in seguito a ondate migratorie antiche e recenti, evidenziando non solo la molteplicità dei modi di invecchiare, a diverse età, in diversi luoghi e in diverse culture, ma verificando anche la loro compresenza e i loro intrecci, il modo in cui nella situazione attuale prendono forma l’uno in relazione o in contrasto con l’altro e come si influenzano reciprocamente.
Oltre ai percorsi sopra delineati, la prospettiva di ricerca storico-antropologica si articolerà come problematizzazione di concetti generali quali età e generazione, e più specifici quali invecchiamento e vecchiaia o anzianità. Interessa la percezione del processo di invecchiamento, senza irrigidire la condizione che ne risulta in un unico stato definito univocamente come “vecchiaia”. In quali momenti della vita è stato percepito nella storia il processo di invecchiamento dai singoli soggetti e dalla società e in quali modi? Con quali differenze tra i generi, le classi e le comunità? Con quale rapporto tra i soggetti individuali e i gruppi di età, che dovrebbero condividere atteggiamenti e valori? Entra qui in campo il concetto di generazione inteso in senso soggettivo, cioè come senso di appartenenza: è storicamente evidente che alcuni gruppi di età in alcuni luoghi e tempi si autoriconoscono come generazioni, mentre altri trovano difficile il farlo o addirittura ne contestano il senso. La ricerca fornirà dunque elementi di confronto tra i modi di invecchiamento rilevati dalla ricerca sul campo e quelli documentati dalla storia moderna, nonché dalle raccolte di fonti orali preesistenti (queste ultime riguardano ovviamente il Novecento). Fonti di tale confronto potranno essere, oltre alla documentazione scritta primaria, e alle interpretazioni o fonti secondarie, anche – in modo rilevante – fonti iconografiche e visuali di vario tipo, dalla pittura alla fotografia al cinema e alla televisione. Questa parte del contributo di ricerca ha come obiettivo un possibile utilizzo didattico sia nelle scuole sia nelle università, sulla base di elaborazione di moduli.



Fonti e Metodologia
Nella fase di preparazione si provvederà a determinare quale parte assegnare – oltre alla rilevazione delle fonti orali - alla ricerca sul campo etnografica “classica”, cioè basata sull’osservazione partecipante.
Si prefigura una campagna di interviste a donne e uomini di diverse condizioni materiali e tradizioni culturali, che consenta di costituire un gruppo di circa 120 incontri, ciascuno della durata di circa due ore. Questo numero è stabilito sulla base dei due criteri: operatività dell’analisi del corpus di testimonianze e costi delle interviste e delle trascrizioni. Secondo le tecniche della storia orale e le consuetudini della ricerca etnografico-antropologica, questo gruppo non deve essere considerato simile a quello che la sociologia definisce un “campione rappresentativo”. Tuttavia, sia le informazioni che emergono dalla ricerca etnografica sia le informazioni attinte da inchieste, fonti demografiche e letteratura sociologica consentiranno di valutarne il grado di rappresentatività. La ricerca sarà infatti qualitativa e centrata sull’individualità. Il gruppo degli intervistati tuttavia rispecchierà i grandi dati della composizione sociale, religiosa e culturale (ad esempio, non potrà non includere individui di origine maghrebina, ma non vorrà proporsi una corrispondenza in termini percentuali tra la popolazione immigrata da quella regione e il gruppo intervistato). Per documentare la varietà dei modi di invecchiare, possiamo ipotizzare che il gruppo intervistato comprenda in numero pari donne e uomini, e sia così composto per quanto riguarda le età:

nate-i fra il 1916 e il 1925 (oggi ottantenni)
fra il 1926 e il 1935 (oggi settantenni)
fra il 1936 e il 1945 (oggi sessantenni),
cui si potrebbe aggiungere un piccolo numero di nate-i prima del 1916, oggi novantenni.

Questa è una prima approssimazione, che potrà essere ulteriormente articolata in coorti (periodi di 5 anni); saranno inoltre aggiunte interviste a operatori di vari settori collegati con l’invecchiamento.
Pur tenendo conto della consistenza numerica dei flussi migratori in Piemonte e delle loro caratteristiche in relazione al tema di ricerca, gli immigrati e le immigrate di più recente arrivo dovranno essere “sovrarappresentati” nelle interviste al fine di cogliere una pluralità di voci che rifletta in modo sufficiente la pluralità dei contesti di provenienza e restituisca la dimensione interculturale: Piemonte, Italia nord-orientale, Mezzogiorno italiano, Marocco e NordAfrica, Europa orientale e sud-orientale (in particolare Romania, Albania e popolazioni Rom), Perù e Sudamerica, Filippine e Cina, Africa subsahariana.
Infine, la composizione del gruppo di intervistati-e dovrà essere tale da rinviare non soltanto a diverse età e provenienze, ma anche a diversità nelle appartenenze di classe, soprattutto per quanto riguarda le persone di più antica immigrazione (esempio: appartenenza a ceti medi, medio-bassi, classi lavoratrici urbane e rurali). Sarà anche rilevante includere, per contrasto, interviste con persone di origine piemontese e di ceto medio-alto.
Nelle interviste sarà impiegata una griglia di domande, intesa come guida ai colloqui, che, insieme ad un corso di formazione tenuto ai ricercatori, consenta di ottenere risultati comparabili pur in presenza di diversi intervistatori. Le interviste saranno infatti condotte, dopo una prima serie dette di sondaggio realizzate da alcuni tra i coordinatori della ricerca, da un gruppo di ricercatori/ricercatrici. L’elaborazione della griglia sarà uno dei primi atti del gruppo di ricerca, insieme con la puntualizzazione di una bibliografia selezionata sia sull’area piemontese sia sul tema dell’invecchiamento.
Almeno alcune delle interviste dovranno essere filmate, in modo da documentare l’atteggiamento corporeo e la gestualità nella condizione di anziana-o.
La valutazione del materiale raccolto con approccio multidisciplinare e la somministrazione di un opportuno questionario al momento dell’intervista o sondaggio permetterà di estrinsecare tutti gli aspetti del critico rapporto vecchio-tecnologia. I dati ottenuti e confrontati dal punto di vista medico, informatico e psicologico permetteranno di tracciare delle linee guida atte a progettare sistemi dedicati che verranno poi testati su un campione ridotto ma significativo di soggetti “Over 70”.

Un possibile sviluppo futuro di questa ricerca è l’utilizzazione dei materiali prodotti per elaborare progetti di formazione destinati in modo particolare agli operatori sociali, culturali, e sanitari. I dati ottenuti verranno inoltre resi disponibili agli operatori interessati alla redazione di contenuti o servizi fruibili on-line dall’anziano, a lui dedicati e personalizzati, oltre che a fornire utili informazioni dal punto di vista dell’ergonomia informatica geriatrica.
In tal modo si potrà contribuire a uno dei tempi proposti dal bando del Progetto Alfieri, che concerne il benessere psicofisico della popolazione; nel nostro caso si tratta di una fetta rilevante della popolazione, destinato ad aumentare in senso sia relativo sia assoluto nei prossimi anni.


Rapporti internazionali

Questa proposta è stata formulata lungo linee scientifiche e organizzative assai simili a quelle del progetto “Aging” ideato da Luisa Passerini e in fase di prossimo avvio presso la University of California, Berkeley, in collaborazione col Professor Richard Càndida-Smith, direttore del programma di Storia Orale presso quella università.
Sono stati stabiliti contatti con il progetto “Children of War”, diretto dal gerontologo Prof. Dr Hartmut Radebold basato in Germania all’Università di Kassel, e con il progetto “Kinship and social security” coordinato dal prof. Patrick Heady del Max Planck Institute for Social Anthropology di Halle e finanziato dall’Unione Europea (network of excellence, E.U. 6th Framework Research Programme)
Sono stati presi contatti con le prof.sse Joanna Bornata della Open University e Pat Thane della University of London in Gran Bretagna, entrambe studiose dell’anzianità. Si intende anche avviare confronti con centri-studio sulla terza età in Danimarca e in Svezia.


Tempi
1° Anno
Gennaio – Maggio 2006: elaborazione e approfondimento del progetto; preparazione del questionario; costituzione del gruppo di intervistati e individuazione delle situazioni in cui praticare osservazione partecipante; interviste di sondaggio; formazione degli intervistatori.
Giugno – Dicembre 2006: prima parte della raccolta di documentazione orale, scritta e visuale e coordinamento della campagna di interviste e del lavoro sul campo
2° Anno
Gennaio 2007: stesura del rapporto scientifico al termine del primo anno di ricerca.
Febbraio – Luglio 2007: completamento delle interviste e sistemazione definitiva dei dati raccolti e impostazione dell’analisi. Valutazione dei dati e stesura delle linee guida per la realizzazione di contenuti o servizi on-line fruibili dall’anziano.
Settembre – Dicembre 2007: Test su campione di alcune proposte tecniche realizzate sulle linee guida derivate dalla ricerca in oggetto.



Partecipanti
COORDINATORI
Luisa PASSERINI, docente di Storia culturale nella Facoltà di Lettere dell’Ateneo torinese, ha usato le fonti orali per la storia del fascismo, dei nuovi movimenti sociali e delle migrazioni europee; il Dipartimento di Storia, fin dagli anni 1970, ha rappresentato una sede in cui la ricerca e la didattica con le fonti orali hanno impegnato numerosi docenti e studenti, dando origine a un archivio di materiali orali e trascritti.

Marina SOZZI, direttore scientifico della Fondazione A. Fabretti di Torino, storica delle idee, si è occupata prevalentemente dei temi della morte, della felicità e dell’educazione nel XVIII secolo. Per quanto riguarda la tematica tanatologica, ha approfondito la riflessione sui rituali funebri e sulle concezioni della buona morte in età moderna e contemporanea.
Marcella FILIPPA, direttore scientifico della Fondazione Vera Nocentini, utilizza nel suo lavoro di storica fonti orali, memorialistiche e fotografiche. Ha pubblicato volumi di storia sociale e saggi di storia del Novecento. E' iscritta all'Ordine dei giornalisti pubblicisti ed è docente presso l'Istituto Europeo di Design di Torino. Ha coordinato ricerche su movimenti migratori, sulla condizione degli anziani e sul rapporto fra le generazioni.
Baudolino MUSSA, ricercatore universitario presso il Dipartimento di Discipline Medico-Chirurgiche dell’Università di Torino, docente di metodologia Clinica Chirurgica, docente di Chirurgia Oncologica, responsabile informatica medica della chirurgia oncologica Ospedale Molinette, ha collaborato con il politecnico di Torino e con l’Università di Pavia nel campo delle nuove applicazioni tecnologiche in medicina.
RICERCATORI
Tutti i ricercatori svolgeranno la campagna d’interviste e le successive sbobinature.
- Dott. Luca BINASCHI
- Dott. Silvia INAUDI
- Dott. Enrico MILETTO
- Dott. Paolo SORGI
- Dott. Stefania VOLI


Ricerca finanziata dalla Fondazione CRT nel quadro del Progetto Alfieri, 2006-2007