Ricerche recenti concluse/3


Memoria e cultura nelle storie di vita delle donne kosovare


Progetto e aspetti metodologici
L’emergenza della guerra nel Kosovo può rappresentare un momento in cui la memoria delle proprie tradizioni culturali si riacutizza e chiede di essere tramandata. Le donne sono in prima linea nelle sofferenze e nei disagi imposti dalla guerra, sia materiali sia psicologici. Le loro voci, che già in passato erano tacitate, lo sono ancor più in questa situazione. D’altronde le donne sono in quasi tutte le culture custodi della memoria della comunità e di un patrimonio memoriale sia pubblico sia privato, che merita di essere salvaguardato e trasmesso.
Come contributo al salvataggio e alla valorizzazione della memoria e della cultura di popolazioni che oggi per un verso sottostanno alla minaccia della cosiddetta pulizia etnica e per l’altro si vedono negato violentemente il diritto all’opposizione, si propone una raccolta di testimonianze al registratore col metodo dell’intervista a storia di vita. L’idea è di documentare le esperienze delle donne del Kosovo mostrando insieme le somiglianze e le profonde differenze tra le loro culture. Non si vuole assolutamente che questa raccolta diventi una semplice serie di testimonianze giornalistiche sulla guerra. Il nostro progetto esisteva precedentemente, anche se la guerra e il dopoguerra l’hanno reso più urgente, ed esso mira a proiettarsi oltre questa emergenza. Il confronto tra storie di vita di donne appartenenti a culture diverse tende a evidenziare le convergenze culturali, senza ignorare i contrasti, come base di conoscenza per scambi presenti e futuri.
Nella stessa logica, quella della trasmissione di un patrimonio culturale di lunga durata, si avvierà una raccolta di fotografie non sugli orrori della guerra, ma su ciò che esisteva prima.
La raccolta della memoria orale consisterà di almeno 30 interviste, la cui durata sarà determinata dalle circostanze in cui avranno luogo. Tendenzialmente ogni intervista dovrà essere di almeno mezz’ora e non superare le due ore, per ragioni di economia complessiva. Nel caso di testimonianze di eccezionale interesse è inteso che questi limiti possano essere superati. Il numero delle donne di ciascuna cultura non è rigido e potrà subire degli aggiustamenti nel corso del lavoro. Invece è necessario determinare fin da ora quali categorie di donne devono essere rappresentate nel complesso delle intervistate, tenendo conto del fatto che questo non si configura come un campione rappresentativo nel senso sociologico tradizionale. Per articolare maggiormente questo punto è indispensabile la consulenza delle donne locali, ma in linea di principio è importante che siano presenti
• donne di età diverse: giovani, adulte, vecchie e anche bambine
• luoghi di provenienza diversi: città, campagna, villaggio
• religioni diverse
• gradi di istruzione diversi: elementare, medio, universitario.

Nel nostro approccio è fondamentale la considerazione che uno stesso individuo può rappresentare contemporaneamente parecchie di queste condizioni.
L’intervista avviene sulla base della richiesta di narrare la storia della propria vita. Deve essere messo in chiaro che non si vogliono raccogliere soltanto o prevalentemente racconti sulla guerra, ma sul periodo precedente. Deve anche venir spiegato che questa raccolta sarà in parte resa pubblica e che le testimonianze possono essere anonime o nominali, a seconda del desiderio dell’intervistata. Si deve precisare di dove provengono i fondi per il progetto e avvertire che buona parte del lavoro è offerto sulla base di una partecipazione volontaria e gratuita.
La richiesta di narrare la storia della propria vita genera talvolta resistenze o esitazioni (“non ho niente di importante da raccontare”), che ben presto – nella grande maggioranza dei casi - cedono il posto a racconti lunghi che seguono logiche proprie. Con questa metodologia è essenziale lasciar parlare chi è intervistato, offrendo un sostegno interlocutorio o domande di appoggio che non spostino la linea del discorso. Finita questa fase, che può durare da dieci minuti a diverse ore, si possono porre alcune domande comuni a tutte le interviste. Anche queste saranno determinate sulla base dei suggerimenti di donne presenti nelle situazioni considerate, ma sarebbe importante includere domande sulle forme culturali ricevute dalle generazioni precedenti e sui loro cambiamenti recenti: atteggiamenti emancipatori delle donne, forme di abbigliamento e di alimentazione, racconti (fiabe, storie familiari, proverbi) e modi di dire, tradizioni culturali “alte” e “basse”, rurali e urbane, luoghi dove si svolgevano (“spazi discorsivi” come il mercato, il caffè, l’università, la stalla della veglia contadina, ecc.). C’è ragione di credere che tutto questo sia stato investito recentemente –prima della guerra - da profondi cambiamenti legati alla trasmissione culturale operata dai media.
Particolare importanza avranno le testimonianze di donne provenienti dalle regioni considerate e già presenti in Italia o come profughe recenti o come immigrate di più lunga data. Per quanto riguarda questi aspetti vedere anche la Griglia per le interviste.
Una parte molto impegnativa della ricerca consiste nelle trascrizioni delle interviste e nella loro eventuale traduzione parziale, a seconda della lingua in cui sono state raccolte. La fonte originaria rimane la registrazione sonora, ma le trascrizioni sono essenziali per la consultazione e il lavoro di analisi. Ad esse si aggiungeranno delle schede biografiche il cui quadro completo consentirà di avere una visione complessiva del gruppo delle intervistate.

Gli obiettivi della raccolta di testimonianze sono almeno due:
• un archivio contenente i nastri registrati e le trascrizioni
• una campagna stampa per illustrare l’iniziativa dell’archivio
Questi obiettivi dovrebbero essere perseguiti come iniziativa congiunta del Centro delle Donne di Bologna e di Womens’ World, come contributo verso la formazione di nuove forme di appartenenza europea in un contesto mondiale.

Griglia per interviste Kosovo
La griglia costituisce la traccia elaborata come base comune per le interviste e adattata dalle intervistatrici a seconda della lingua usata, del contesto e dell'interlocutrice. NON rappresenta un questionario, ma un pro-memoria inteso a rendere comparabili i risultati dell'inchiesta orale.
FAMIGLIA
maternità, figli (vuoi averne? quanti? ne hai? quanti?)
matrimoni combinati (da chi? in certe società è un’area di potere esclusivamente femminile; sei contraria, preferisci il matrimonio d’amore; corredo)

fidanzamenti (momento di socialità femminile? differenza tra cattoliche e musulmane)
socialità e ritualità familiare (farsi visita, celebrazioni, lutti; circostanze in cui le donne hanno un ruolo particolare, come nel caso di morte)
preparazione del cibo e divisione del lavoro domestico (quali compiti non sono mai svolti da un uomo?)

violenza familiare sulle donne (è cambiato qualcosa rispetto al passato, e quando?)
rapporti tra generazioni: verso madre e nonna, verso figlia e nipoti
SCUOLA, ISTRUZIONE
problemi in particolare per le ragazze?
EUROPA
che cosa pensi delle donne europee (italiane, francesi ecc.? diverse da voi e come? Vorresti essere simile? Ti senti europea? Che cosa sai del femminismo?)
SOCIALITA’
generale:
feste tradizionali
matrimoni
sport
altre occasioni di riunione
specificamente femminile:
mercato
funzioni religiose
alcuni lavori agricoli
organizzazioni separate negli anni del regime
PASSATO
paragone tra condizioni di vita e mentalità delle ragazze di oggi rispetto a madri e nonne
effetti del regime comunista sulla vita delle donne

economia: coop, aziende, salari (s’intende per le donne)
RELIGIONE
sei religiosa? e i tuoi genitori? educazione religiosa ricevuta
atteggiamenti verso altre religioni (hai amici di altre religioni?)
GUERRA
guerra in Kosovo (cosa ne pensi)
guerra in Bosnia (cosa ne ricordi)
atteggiamento verso la Serbia e verso le donne serbe, se è possibile distinguere tra i due atteggiamenti
(eventualmente verificare spostamenti geografici e discendenza “mista”)
atteggiamento reciproci tra le kosovare albanesi, serbe e rom

“CAMPIONE”, che ovviamente non può essere rappresentativo in senso stretto: nella misura del possibile documentare attraverso il gruppo di intervistate:
Diversità tra diverse aree del Kosovo:
tra città e campagna
di età
di religione
di grado di cultura tra le donne
di occupazione

Anonimato da garantire su richiesta
Fotografie e altri documenti


Risultati
Archivio informatico http://www.women.it/bibliotecadelledonne/donne_kossovo/

Partecipanti
Enrica Capussotti
Liliana Ellena
Silvia Salvatici